L'altra settimana, passeggiando in un paese del Basso Garda, mi ha colpito un gruppo di cassonetti per la raccolta differenziata posati da poco, tutti nuovi, lucidi, splendenti in attesa di essere riempiti.
Al di là dell'ovvia riflessione su come sia utile attuare questo tipo di raccolta, il filo dei pensieri è passato al modo in cui viviamo ogni nostra giornata: non tanto ai nostri consumi, quanto alle emozioni che quotidianamente ci attraversano.
Ormai non ce ne accorgiamo più... a volte, addirittura, ci pare di essere arrivati, di avere "visto la luce", novelli Blues Brothers... e tanto meno ci accorgiamo del nostro modo di essere, tanto più rischiamo di essere una "discarica indifferenziata" di emozioni e sentimenti non vissuti nel modo giusto.
Così ho fotografato i cassonetti e ne ho modificato le diciture, sovrascrivendole con atteggiamenti quotidiani che spesso ci sfuggono, che ci paiono normali e normali non sono.
Il primo cassonetto raccoglie il DISAMORE, la mancanza d'amore per noi stessi che si manifesta in uno stile di vita legato alla routine, che ci pone all'ultimo posto nei nostri interessi, che non ci fa capire cosa vogliamo, cosa è bene per noi, e che ci fa proiettare verso gli altri, spesso ripetendo un antico "messaggio base" che dice: "solo se ti sacrifichi sei amato", "solo se ti comporti in un determinato modo sei considerato"... ecc.
Ecco allora che anche una persona che ha appena incontrato Reiki ed è stato iniziato al primo livello, può trovarsi fuori centro e volonterosamente dedicarsi a canalizzarlo sugli altri, dimenticando se stessa e il fatto che il dono del primo livello Reiki è l'autotrattamento...
Gettiamo il disamore, ricicliamolo nell'amore per noi stessi; il Vangelo ci dice: "Ama il prossimo tuo come te stesso", ma se non ci amiamo o se consideriamo "amarci" solo i soddisfacimenti materiali, non potremo mai amare gli altri davvero.
Ma il disamore ha anche altre pesanti conseguenze: crea a sua volta depressione e DISINTERESSE. La depressione che non ci dà prospettive per il futuro e il disinteresse per sé e per gli altri rendono la nostra vita sempre più vuota e priva di amore.
Cosa possiamo fare di questo sentimento? La cosa più semplice è ritrovare il bambino meraviglioso in noi. Cosa fa ogni istante un bambino non condizionato? Guarda il mondo con occhi attenti e meravigliati, interessato ad ogni cosa; pronto a interagire con tutto ciò che gli si presenta. Ritroviamo, risvegliamo il nostro Bambino meraviglioso e avremo riciclato alla grande il disinteresse.
Un altro contenitore è per la RABBIA. La rabbia non è un sentimento negativo, ma come ogni cosa va utilizzata nel modo giusto. Se ci arrabbiamo quando siamo in auto per una precedenza, un sorpasso, un parcheggio, stiamo nutrendo qualcosa che non produce frutti. E' davvero necessario parcheggiare in quel posto che ci è appena sfuggito? Non posso parcheggiare più in là e magari fare due passi a piedi? Riciclare la rabbia è trasformare una energia potenzialmente distruttiva verso gli altri (ma anche verso di noi) in un'occasione creativa: rallentare la velocità permette di guardare meglio il paesaggio, per esempio...
Maldicenza viene da "dire male" ovvero male-dire.
Per l'ebraismo la maldicenza è la causa di tutte le malattie e per questo ogni giorno dovremmo recitare il Salmo 39.
1 [Al maestro del coro. Per Jeduthun. Salmo di Davide.] Io dicevo: «Veglierò sulla mia condotta, per non peccare con la mia lingua; metterò un freno alla mia bocca mentre l'empio mi stadavanti». 2 Sono rimasto muto e calmo, mi sono addirittura trattenuto dal bene, e il mio dolore si è inasprito. 3 Il mio cuore ardeva dentro di me; mentre meditavo, un fuoco si è acceso; allora ho parlato con la mia lingua: 4 «O Eterno, fammi conoscere la mia fine e quale sia la misura dei miei giorni; fa' che io sappia quanto sono fragile.5 Ecco, tu hai ridotto i miei giorni alla lunghezza di un palmo, e la durata della mia vita è come niente davanti a te; sì, ogni uomo nel suo stato migliore non è che vapore. (Sela) 6 Sì, l'uomo va attorno come un'ombra; sì, invano si affaticano tutti e accumulano beni senza sapere chi li raccoglierà!7 Ma ora, o Signore, che aspetto? La mia speranza è in te. 8 Liberami da tutte le mie colpe; non farmi essere l'oggetto di scherno dello stolto.9 Sto in silenzio, non aprirò bocca, perché sei tu che operi. 10 Allontana da me il tuo flagello; io vengo meno sotto i colpi della tua mano. 11 Tu correggi l'uomo castigando il suo peccato e consumi come un tarlo ciò che gli è prezioso. Sì, ogni uomo non è che vanità. (Sela) 12 O Eterno, ascolta la mia preghiera e porgi l'orecchio al mio grido; non essere sordo alle mie lacrime, poiché davanti a te io sono un forestiero e un pellegrino, come tutti i miei padri. 13 Distogli il tuo sguardo da me, perché io possa riprendere forza prima che me ne vada e non sia più».
Da male-dire a bene-dire, dire bene è il riciclo che va attuato: manda luce e ti tornerà luce, manda Benedizioni e benedizioni di torneranno.
Un'ultima osservazione, dalla foto che ho scattato, mi è venuta guardando i segnali stradali: puoi scegliere come vivere, ma impara anche a seguire il flusso che ti si presenta e non opporti andando sempre in senso contrario, perché quanto ti viene dato è per il tuo bene: Gam Zu Le Tovà
Bello.... interessante questa tua intensa riflessione sul nostro reciclaggio, mi è piaciuta molto e mi fa pensare molto... come sempre Grazie grande saggio.
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